Gianmaria
Merenda | Il titolo del saggio di Gianni Vattimo è di
disarmante semplicità: Della realtà. Il sottotitolo, Fini della filosofia, non
sembra, però, relegare al semplice il percorso del lettore all’interno di
questa raccolta di scritti. La complessità degli testi che Vattimo raccoglie in
questo volume – i lettori sono avvisati che poco è stato fatto per andare oltre
a dei personali appunti per conferenze e per questo motivo tornano delle
ripetizioni – si può trovare nell’auspicio che l’autore pone in apertura
dell’Introduzione: “Questo libro presenta, raccolto intorno a due
nuclei
costituiti dai corsi di Lovanio (1998) e Glasgow
(Gifford Lectures 2010), un lungo, e tutt’altro che sistematico, lavoro di
riflessione intorno al tema della dissoluzione dell’oggettività o della stessa
realtà, cominciato con le prime enunciazioni del «pensiero debole» all’inizio
degli anni Ottanta” (p. 9). Vattimo propone ai suoi lettori, avvezzi alla
filosofia, non essendo questi scritti indirizzati al “grande pubblico”, una
riflessione trentennale “intorno al tema della dissoluzione dell’oggettività o
della stessa realtà”.