Un
esergo adatto a presentare questo libro di Baudrillard – Il delitto perfetto. La televisione ha
ucciso la realtà? – cronologicamente un po’ datato (1995, Èditions
Galilèe, Paris; 1996, Raffaello Cortina Editore, Milano), ma di fatto così
attuale da apparire ora profetico – potrebbe essere rappresentato da alcuni
celebri versi di Leopardi:
Ahi ahi, ma conosciuto il mondo
non cresce, anzi si scema (…).
(…) e figurato è il mondo in breve carta;
ecco tutto è simile, e discoprendo,
solo il nulla si accresce.(Ad Angelo Mai, vv. 87-88; 98-100)
Il
saggio del filosofo e sociologo francese (1929 – 2007) si compone di due distinte
sezioni: la prima, che ripete il titolo dell’opera (Il delitto perfetto),
occupa i due terzi del libro ed è di carattere speculativo, mentre la seconda
(L’altro versante del delitto) ragiona sulle evidenze del ragionamento
teoretico in alcuni aspetti emblematici – psicologici, sociologici, politici –
del mondo contemporaneo.