Nicola Perugini |
La scorsa settimana ho comprato Il Califfato
del terrore. Perché lo Stato Islamico minaccia l’Occidente (Rizzoli,
2015) di Maurizio Molinari e ho notato alcune strane cose. Apro a pagina 36 e
37, e trovo uno “scalino” nello stile di scrittura. Mi è sembrato di sentire
abbastanza chiaramente la traduzione letterale da un’altra lingua. Molinari
introduce la sezione “La rinascita del Califfato”, in cui spiega ai lettori
religione e cultura islamica, con le seguenti parole:
L’Islam afferma di essere una religione universale, in grado di coprire ogni aspetto della vita quotidiana, e dunque ha come obiettivo ultimo uno Stato Islamico. Questa idea politica è parte integrante del concetto di ‘umma’, secondo il quale tutti i musulmani, ovunque risiedano, sono legati da una fede che trascende i confini geografici, politici, nazionali. Tale legame è la fedeltà ad Allah e al profeta Maometto. Poiché i musulmani credono che Allah abbia rivelato tutte le leggi concernenti questioni religiose e laiche attraverso il Profeta, l’interaumma è governata dalla sharia, la legge divina, applicabile in ogni tempo e luogo perché anch’essa trascende i confini.