
Di contro ai più tradizionali marxismi della contraddizione e dell’alienazione, l’autore pone al centro dell’opera del filosofo di Treviri un crescente affermarsi dell’astrazione in ogni piega del reale. Il marxismo della contraddizione si muoveva secondo la dialettica del rovesciamento: esso sottolineava il contrasto tra forze produttive e rapporti di produzione, che conduce al crollo dell’ordine capitalistico. È la stessa forza lavoro ad essere il motore del rovesciamento. Nello sviluppo del capitale, perde i suoi caratteri qualitativi, differenzianti; ma proprio per questo –superando ogni limite individualistico— diviene soggetto collettivo all’altezza dei mezzi di produzione creati dal capitale.